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ciò, massime dove si è dimostrato che il senso di cose basse è attenuato et annullato dove le potenze supe- riori sono gagliardamente intente ad oggetto più ma- gnifico et eroico. E tanta la virtù della contemplazio- ne (come nota lamblice) che accade tal volta non solo che l anima ripose da gli atti inferiori, ma et oltre la- scie il corpo a fatto. Il che non voglio intendere altri- menti che in tante maniere quali sono esplicate nel li- bro De trenta sigilli, dove son prodotti tanti modi di contrazzione. De quali alcune vituperosa, altre eroica- mente fanno che non s apprenda téma di morte, non 134 Letteratura italiana Einaudi Giordano Bruno - De gl eroici furori si soffrisca dolor di corpo, non si sentano impedimen- ti di piaceri: onde la speranza, la gioia, e gli diletti del spirto superiore siano di tal sorte intenti, che faccian spente le passioni tutte che possano aver origine da dubbio, dolore e tristezza alcuna. cesarino Ma che cosa è quella da cui richiede che mi- re a que pensieri ch ha resi cossì incerti, compisca gli suoi desii che fa sì ardenti, et ascolte le sue raggioni che rende sì casse? maricondo Intende l oggetto il quale allora il mira, quando esso se gli fa presente; atteso che veder la di- vinità è l esser visto da quella, come vedere il sole concorre con l esser visto dal sole; parimente essere ascoltato dalla divinità è a punto ascoltar quella, et es- ser favorito da quella è il medesimo esporsegli; dalla quale una medesima et immobile procedono pensieri incerti e certi, desii ardenti et appagati, e raggioni exaudite e casse: secondo che degna, o indegnamente l uomo se gli presenta con l intelletto, affetto et azzio- ni. Come il medesimo nocchiero vien detto caggione della summersione o salute della nave, per quanto che o è a quella presente, overo da quella trovasi absente; eccetto che il nocchiero per suo diffetto o compimen- to ruina e salva la nave: ma la divina potenza che è tutta in tutto, non si porge o suttrae se non per altrui conversione o aversione. VII. maricondo Con questa dumque mi par ch abbia gran concatenazione e conseguenza la figura seguen- te, dove son due stelle in forma de doi occhi radianti con il suo motto che dice: Mors et vita. cesarino Leggete dumque l articolo. maricondo Cossì farò: Per man d amor scritto veder potreste nel volto mio l istoria de mie pene; 135 Letteratura italiana Einaudi Giordano Bruno - De gl eroici furori ma tu perché il tuo orgoglio non si affrene et io infelice eternamente reste, a le palpebre belle a me moleste asconder fai le luci tant amene, ond il turbato ciel non s asserene, né caggian le nemiche ombre funeste. Per la bellezza tua, per l amor mio, ch a quella (benché tanta) è forse uguale, rèndite a la pietà (diva) per dio. Non prolongar il troppo intenso male, ch è del mio tanto amar indegno fio: non sia tanto rigor con splender tale. Se ch io viva ti cale, del grazioso sguardo apri le porte: mirami, o bella, se vuoi darmi morte. Qua il volto in cui riluce l istoria de sue pene , è l anima, in quanto che è esposta alla recepzion de do- ni superiori, al riguardo de quali è in potenza et atti- tudine, senza compimento di perfezzione et atto: il qual aspetta la ruggiada divina. Onde ben fu detto: «Anima mea sicut terra sine aqua tibi». Et altrove: «Os meum aperui et attraxi spiritum, quia mandata tua de- siderabam». Appresso, l orgoglio che non s affrena è detto per metafora e similitudine (come de Dio tal volta si dice gelosia, ira, sonno): e quello significa la difficultà con la quale egli fa copia di far veder al me- no le sue spalli, che è il farsi conoscere mediante le cose posteriori, et effetti. Cossì copre le luci con le palpebre, non asserena il turbato cielo de la mente umana, per toglier via l ombra de gli enigmi e simili- tudini. Oltre (perché non crede che tutto quel che non è non possa essere) priega la divina luce che per la sua bellezza la quale non deve essere a tutti occol- ta, almeno secondo la capacità de chi la mira, e per il suo amore che forse a tanta bellezza è uguale (uguale 136 Letteratura italiana Einaudi Giordano Bruno - De gl eroici furori intende de la beltade in quanto che la se gli può far comprensibile), che si renda alla pietà , cioè che fac- cia come quelli che son piatosi, quali da ritrosi e schi- vi si fanno graziosi et affabili: e che non prolonghe il male che avviene da quella privazione; e non per- metta che il suo splendor per cui è desiderata, ap- paia maggiore che il suo amore con cui si communi-
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